mercoledì 27 dicembre 2006

Una vita per il socialismo




La figura di Riccardo Lombardi (1901-1984) è, indubbiamente, una delle più originali e significative della storia del movimento socialista italiano. Giovane seguace di Guido Miglioli e delle idee del sindacalismo cattolico di sinistra nei primi anni’20, militante di Giustizia e Libertà e poi tra i fondatori del Partito d’Azione nel 1942, prefetto di Milano al momento della Liberazione, ministro dei Trasporti nel primo governo De Gasperi (la sua unica esperienza governativa), allo scioglimento del Partito d’Azione Lombardi confluirà nel PSI, partito nel quale militerà fino alla morte, leader con Nenni della corrente autonomista e poi, dopo la rottura all’atto della formazione del primo governo di centrosinistra, della minoranza di sinistra. A dispetto di questa biografia così ricca, su Riccardo Lombardi (come, peraltro, per altri personaggi di rilievo della storia italiana di questo secolo) manca ancora uno studio che ne ricostruisca complessivamente l’ azione. Tale, infatti, non può essere considerata la biografia di taglio giornalistico di Miriam Mafai (Lombardi, Feltrinelli, Milano 1976), mentre il saggio più documentato resta quello di Emanuele Tortoreto (La politica di Riccardo Lombardi dal 1944 al 1949, Edizioni di Movimento operaio e socialista, Genova 1972), cronologicamente però limitato all’arco di pochi anni. Gli storici dei partiti e dei movimenti politici spesso lamentano, per i propri studi, la mancanza di documentazione. Eppure, in questo caso, i documenti, le carte necessarie sono ormai a disposizione degli studiosi, grazie alla donazione da parte dello stesso Lombardi e dei suoi famigliari, dell’archivio (diverse migliaia di documenti ed oltre novemila lettere: cfr. l’inventario curato da Emilio Capannelli per il Servizio beni culturali e librari della Giunta regionale toscana) alla Fondazione di studi storici “Filippo Turati” di Firenze. Alcuni di queste lettere e documenti (in parte già pubblicati nei due volumi di scritti lombardiani curata per Marsilio nel 1978 da Simona Colarizi), relativi al periodo 1943-1947, al passaggio dalla lotta clandestina e partigiana alla Liberazione e alla costruzione della democrazia, appaiono oggi in questo volume curato (con qualche refuso di troppo) da Andrea Ragusa. Ne emerge, ancora una volta, la particolarità della figura di Lombardi nell’ ambito del socialismo italiano di questo dopoguerra. Ingegnere, studioso di Keynes e Schumpeter più che di Marx, attento alla comprensione dei problemi più che alla lotta quotidiana di governo e di sottogoverno, in Lombardi la pratica politica si coniugava al delineare scenari come momento non disgiunto dall’azione politica stessa. Da qui, forse, la critica spesso rivolta a Lombardi di presbiopia politica, per la sua capacità, appunto, di vedere politicamente lontano, perdendo di vista il dato politico immediato o forse, meglio, quello partitico. In realtà, Lombardi fu anche uomo di partito, cosciente che a spaccare si fa piu’ presto che unire.
Da qui la critica, tipica di Rosselli e di GL prima, del Partito d’Azione poi, al socialismo prefascista e a quello che Lombardi chiama il "verbalismo rivoluzionario". Insomma, un Lombardi, più che presbite, lucidamente visionario o utopisticamente concreto, se si preferisce, come di fronte al problema del blocco dei licenziamenti, una misura adottata populisticamente durante l’ultimo periodo della RSI e la cui revoca Lombardi dovette affrontare come Prefetto di Milano, sottolineando che la questione non è di moralità; essa è di politica economica, ma anche insistendo sul dato politico sulla necessita’ assoluta che si provveda senza indugio non solo alla avocazione dei profitti di regime, ma altresi’ a una politica fiscale degna di un governo democratico e che faccia pagare il costo della guerra e del fascismo e l’onere della ricostruzione a tutti coloro che risultano detentori di ricchezze. Centrale diventa quindi, in questi scritti, la questione della costruzione della democrazia: Che cosa è essenziale per la nascita di una democrazia in Italia? E’ essenziale che il Paese sia attivizzato, che il piu’ gran numero possibile di lavoratori di tutti i ceti sia interessato politicamente ed economicamente ad uno Stato democratico, al punto che tutti si sentano minacciati quando la democrazia è in pericolo. E cosi’ altri progetti, come l’istituzione di un istituto di revisione nazionale (strumento per garantire ai lavoratori che le condizioni della libertà economica siano fatte coincidere con i loro interessi essenziali e quindi con il benessere generale), la sottolineatura del ruolo dell’Europa e di quello delle autonomie locali (fino a proporre, lui Prefetto di Milano, l’abolizione della figura stessa di Prefetto). Il teorico delle riforme di struttura, dell’azione riformatrice e non riformista, l’ideologo (e lo sconfitto) del primo centrosinistra è già in queste pagine.

Giovanni Scirocco
23 giugno 2000

sabato 23 dicembre 2006

Riccardo Lombardi da Wikipedia



Riccardo Lombardi (Regalbuto, Enna 16 agosto 1901 - Roma 18 settembre 1984) è stato un ingegnere, un uomo politico italiano ed un partigiano anti-fascista.

Crebbe orfano dall’infanzia di un capitano toscano dei Carabinieri proveniente dalla gavetta e caduto a causa di servizio. Ricevette l'educazione media dai Gesuiti presso il Collegio Pennisi di Acireale. Durante gli studi al Politecnico di Milano, dove si laureò in Ingegneria, aderì al Partito Popolare Italiano di don Luigi Sturzo.Aderi' al Partito cristiano del lavoro, fondato dagli esponenti di sinistra del partito Popolare Italiano nel 1920. Dopo aver partecipato ad alcune azioni degli Arditi del popolo, nel 1923 collaborò con "Il Domani d'Italia"giornale della sinistra cattolica;in questi anni avvenne lo stacco dalla cultura cattolica e l'avvicinamento al marxismo.Nella seconda metà degli anni Venti continuò a partecipare all'attività clandestina, con esponenti antifascisti di varie tendenze Anche dopo la soppressione dei partiti politici decretata il 5 novembre 1926 continuò ad opporsi al regime Fascista e di conseguenza una squadra di picchiatori lo massacrò di botte rovinandogli per sempre la salute.

Conoscendo la lingue tedesca e francese trovò lavoro quale direttore tecnico presso la sede di Milano di Weise & Söhne, una societá tedesco-olandese di impiantistica chimica, che in pochi anni portò a diventare uno dei maggiori fornitori di Montecatini, SNIA e di tutta l'industria chimica italiana, allora in piena espansione. Raggiunse così un effimero benessere.

Aderì al movimento Giustizia e Libertà e, nel 1942, fu tra i fondatori del Partito d'Azione di cui nel gennaio 1943 creò assieme a Brenno Cavallari l'organo clandestino di stampa L'Italia Libera. Dopo l'armistizio di Cassibile dell'8 settembre 1943 militò nella Resistenza quale tenente generale delle brigate Giustizia e Libertà che, alla vigilia della Liberazione, rappresentó alle fallite trattative di resa con Benito Mussolini e Rodolfo Graziani presso l'Arcivescovado di Milano. Fece parte del CLNAI da cui alla Liberazione fu nominato Prefetto di Milano.

Partecipò al governo De Gasperi I (dicembre 1945 - giugno 1946) quale ministro dei trasporti, avviando la rapida ricostruzione della rete ferroviaria. In seguito preferì operare fuori dalle cariche di governo o del parlamento, anche quando il suo partito faceva parte della maggioranza governativa.

Convinto dell’insufficienza della sola riforma del latifondo a far progredire il Mezzogiorno, nel 1947 ottenne la costituzione dell’ Ente Siciliano di Elettricità votato a promuovere l’industrializzazione dell’isola tramite interventi pubblici che ne potenziassero le infrastrutture. Sotto alla sua breve iniziale presidenza l’ESE realizzò nuove centrali idroelettriche (Pelino, Troina e Carboi) ed i grandi impianti termici di Termini Imerese e di Augusta.

In politica estera si adoperò per la decolonizzazione, in particolare fornendo sostegno internazionale all’amico Pierre Mendès-France impegnato nella liberazione dell’ Indocina francese prima, dell’Algeria in seguito. Successivamente fu instancabile animatore di iniziative contrarie alla Guerra del Vietnam.

Fu componente della Consulta nazionale, dell'Assemblea Costituente e, ininterrottamente fino al 1983, della Camera dei Deputati. Allo scioglimento del Partito d'Azione nel 1947 aderí al Partito Socialista Italiano, che si sforzò di affrancare dal socialcomunismo riuscendo, nel 1956, a fargli pronunciare una ferma condanna dell’invasione sovietica dell’Ungheria. Persuase altresì detto partito a votare in favore della firma dei Trattati di Roma. Al Congresso di Venezia del 1957 ottenne poi l'adozione di una nuova politica consistente nel costringere la maggioranza governativa ad operare una svolta a sinistra detta di alternativa socialista, incentrata su una serie di riforme di struttura (termine da lui introdotto nel linguaggio politico), la maggiore delle quali, tra quelle realizzate, fu la nazionalizzazione dell'energia elettrica.

Dirige l'organo ufficiale Avanti! nel 1949-1950 e di nuovo nel 1963-1964. Nel luglio 1964 la corrente di alternativa socialista da lui guidata decide di non partecipare al secondo governo Moro, denunciando l'involuzione conservatrice della politica del centro sinistra. Da quel momento, per anni, Lombardi assume una posizione di critica costruttiva nei confronti della maggioranza del suo partito; indicando come prospettiva un governo di alternativa alla Democrazia Cristiana,che la positiva evoluzione in atto nel Partito Comunista Italiano poteva rendere possibile.



Tratto da Wikipedia