venerdì 5 gennaio 2007

Come ridurre i costi della politica

Dal sito di Radio Radicale un'interessante articolo:

"La questione ultimamente è stata posta da Cesare Salvi e Massimo Villone con il loro saggio I costi della democrazia, ma era stata già portata all'attenzione del paese dal Partito radicale nel 1977 e poi, di nuovo, con il referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti vinto con il 90,3% dei voti degli italiani. L’ordine del giorno, firmato da Sergio D'Elia e Luciano Pettinari e approvato dalla Camera dei deputati, impegna oggi il Governo a porre rimedio ad alcune previsioni contenute nella Finanziaria.

La questione ultimamente è stata posta da Cesare Salvi e Massimo Villone con il loro saggio I costi della democrazia, ma era stata già portata all’attenzione del paese dal Partito radicale nel 1977 e poi, di nuovo, con il referendum contro il finanziamento pubblico ai partiti vinto con il 90,3% dei voti degli italiani. «Di fronte a una legge finanziaria particolarmente pesante - spiega oggi Sergio D’Elia, deputato della Rosa nel pugno e primo firmatario di un ordine del giorno approvato il 21 dicembre scorso a Montecitorio - è indispensabile porre fine a sprechi, costi impropri, spese ingiustificabili o, peggio, funzionali all’acquisizione e al consolidamento di consensi clientelari, di potere e di sottopotere dei partiti». L’ordine del giorno, firmato anche dal deputato dell’Ulivo, Luciano Pettinari, impegna il Governo a porre rimedio ad alcune previsioni contenute nella Finanziaria. Oltre alla prescrizione accelerata degli illeciti contabili su cui il governo si appresta a emanare un decreto legge per correggere la disposizione inserita dal Senato, si chiede tra l’altro al governo di «rivedere i compensi agli amministratori delle società partecipate sopprimendo previsioni di aumenti e quote variabili, rivalutazioni in relazione al tasso di inflazione programmato e deroghe che portano a superare l’importo di 500.000 euro annui». Anche il punto più controverso del testo, relativo alla soppressione delle scuole di formazione dei vari ministeri a seguito della istituzione prevista nella manovra della Scuola nazionale della pubblica amministrazione, su cui il Governo aveva espresso parere contrario, è stato approvato dalla Camera dei deputati con il concorso della opposizione e di una parte della maggioranza. "

Link: Radio Radicale

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